
Sant’Angelo le Fratte: Sulla strada di “Juan Caramuel Y Lobkowitz”
SANT’ANGELO LE FR. – La cittadina, in collaborazione con l’associazione culturale Animatika e lo studio di architettura AX-Studio, il 27 c.m., avendo aderito al progetto “Matera 2019 capitale per un giorno”, organizza una giornata evento dal titolo “Sulla strada di J. Caramuel”. Un’occasione per ricordare e riscoprire la figura di un grande vescovo e un eccellente intellettuale del 600, ma sconosciuto ai più: J. Caramuel. Nel pomeriggio del 27, infatti, sarà allestita una mostra sulle più grandi intuizioni dello studioso, lette alcune sue poesie, eseguite musiche d’epoca, esposti diorami del XVII secolo. Il tutto per fare sintesi tra fede e scienza, passato e presente nello scenario suggestivo del centro storico. Installazioni, contributi audiovisivi e multimediali, interazioni con personaggi in costumi d’epoca, favolosi diorami d’epoca, un sottofondo musicale con strumenti del passato impreziosiranno le vie del centro, nella cornice architettonica e paesaggistica di Sant’Angelo. Caramuele è simbolo del comune. Come mai? Egli nasce a Madrid nel 1606; si addottora in teologia a Lovanio; vive gli orrori della guerra dei trent’anni; difende la fortezza di Frankenthal (1644) e Praga dagli attacchi dei Norvegesi, verso la fine della guerra di religioni; intrattiene rapporti epistolari con Cartesio ed altri intellettuali del tempo; nominato vescovo da Alessandro VII nel 1657, assume la cattedra di Satriano e Campagna; sosta, diversi anni, nell’abitato di Sant’Angelo, diventato, già da tempo, domicilio più sicuro dei vescovi ma stremato dalla peste del 1656; nella cittadina impianta una tipografia, unica nell’Italia meridionale, che chiama Arca Santa, facendo arrivare da Francoforte i più moderni congegni di stamperia, tra il 1659 al 1672; qui pubblica, fra gli altri, il libro Maria Liber (1665). Nel 1672 viene trasferito a Vigevano; qui progetta e fa edificare la facciata e la piazza del duomo; muore nel 1682 e, sulla sua tomba, viene posta l’ultima delle tre incisioni realizzata dal milanese G.Bugatti, nel 1679. Al suo attivo, circa 77 opere che trattano di molti temi, espressione di una cultura poliedrica e vastissima. Si interessa di teologia, matematica, architettura, privilegiando la linea curva a quella retta, di musica, ingegneria militare, filosofia, teologia; è teorico del probabilismo in teologia morale, esperto di poesia e linguaggio. Un intellettuale a tutto tondo e poliedrico, così come voleva la cultura del tempo. A lui si devono: l’intuizione dei primi rudimenti del sistema binario, lo sviluppo dei logaritmi, l’ansia di una lingua universale, ipotizzando una grammatica generazionale, anticipando in qualche modo quella del linguista statunitense Chomsky. Nella cittadina di Sant’Angelo, sono stati dedicati al vescovo intellettuale 12 murali, realizzati dall’associazione APV, nel 2015. “Organizzare un evento per scoprire e valorizzare il vescovo intellettuale è sicuramente una bella iniziativa, peccato che non siano state coinvolte la comunità e le associazioni del posto” – questo il commento della gente e delle associazioni.