Sant’Angelo le Fratte: il cimitero versa in un grave e scandaloso stato di abbandono e di degrado
SANT’ANGELO LE FR. – Un tempo i cimiteri erano un sacro e pietoso vanto per la comunità. Tutti i cittadini e le istituzioni, negli anni passati, hanno sempre avuto per questo luogo della memoria e degli affetti perduti particolare attenzione. Per i popoli antichi, poi, il grado di civiltà si misurava dalla pietà e dalla cura che si aveva per i morti. Ora questo non sembra accada, oggi, per il cimitero della cittadina. Appena si entra nel sacro luogo, infatti, balzano evidenti il pessimo stato di manutenzione dei lastricati e dei manufatti edilizi: voragini; caduta di calcinacci; lapide, quelle su terra, diroccate; erbacce e rovi ovunque; manti di tegole macerate dal tempo e dall’incuria, causa questa di infiltrazioni d’acqua nei loculi, crepe nelle strutture portanti con la fuoriuscita dei ferri arrugginiti e voragini sui marciapiedi. Da tempo, non si effettua la pulizia periodica degli spazi, lo svuotamento dei bidoni dell’immondizia, causa questo di sciami di api selvatiche, serpi e topi. Emergono, dunque, due forme di degrado: uno strutturale e un altro di tipo igienico – sanitario. Ultimamente poi si è verificato che, per mancanza di loculi disponibili, qualche feretro è rimasto per più di qualche giorno nella cappella cimiteriale, prima di essere tumulato, perché l’obitorio è praticamente inagibile, per lontane e persistenti infiltrazioni d’acqua. Potrebbero anche insorgere problemi di tipo igienico – sanitario, per le erbe e i rovi non falciati, bidoni stracolmi di immondizia che si macera e infiltrazioni di umidità nei loculi. Ora i loculi, negli anni 90, sono stati realizzati con i soldi dei cittadini; ora per risolvere il degrado strutturale, dovrebbero, di concerto, provvedere i cittadini. Già, ma nessuno prende iniziative in tal senso. Chi deve cominciare, o meglio chi deve imporre certi comportamenti di tutela e di manutenzione straordinaria? – si chiedono alcuni anziani e cittadini indifesi. Per la tosatura delle erbe, lo smaltimento delle immondizie, gli interventi manutentivi dell’obitorio, la cura dei marciapiedi e altro, dovrebbero intervenire le istituzioni. Ma per questo genere opere sembra non non ci siano fondi. Una cosa è sicuro, se le cose permarranno così, le strutture portanti subiranno ulteriori gravi danni e il decoro ulteriormente compromesso. Bisogna che la comunità e le istituzioni recuperino il senso della pietà per i morti, perché questa è il termometro più evidente di civiltà e di umanità.







