Ancora non si hanno certezze sull’apertura della Chiesa Madre

‘Sant’Angelo le Fratte: Non appena sarà resa a norma la rampa di accesso per disabili, ricavata rompendo un muro maestro sul lato di via Roma, la chiesa madre potrà aprire i battenti – così da parte della curia. Quando? Dopo otto anni ancora non ci è dato saperlo. I cittadini si sentono presi in giro e pretendono che “le istituzioni e la chiesa facciano ciascuno la loro parte, senza rimpallo di responsabilità”.

SANT’ANGELO LE FR. _  Non appena sarà resa a norma la rampa di accesso per disabili, ricavata dalla demolizione di una parte  di un muro maestro, e, non appena saranno ultimati gli interventi di pittura all’interno, la chiesa madre potrà essere riaperta al culto – tanto si apprende dagli ambienti della curia. Sono slittate diverse volte i tempi per la riapertura della chiesa, custode di dipinti preziosi; in tre navate; voluta e  costruita, agli inizi del  1600,  da mons. Testi. Ricordiamo che detta chiesa è rimasta chiusa dall’11 novembre 2011. Da tempo, sono stati ultimati i lavori strutturali che hanno comportato una spesa complessiva di 964.000 euro tra finanziamenti pubblici e da parte della curia.  I fondi pubblici sono stati liquidati con determina n. 84 del 18 maggio 19, a ridosso delle passate elezioni comunali. Gli amministratori avevano promesso di riaprire la chiesa al culto, nel periodo di Natale 2018, poi i tempi sono slittati e si prometteva  nel periodo pasquale 19. Ad oggi nessuno sa, nonostante le promesse,  quando sarà veramente riaperta al culto la chiesa. “Sembra che ci sia solo un rimpallo di responsabilità fra le istituzioni” –   cosi i cittadini ormai esacerbati e sfiduciati. Nei mesi passati c’è stata una raccolta di oltre 500 firme da parte di un comitato spontaneo, costituitosi allo scopo,   per sollecitare l’ultimazione dei lavori e quindi la consegna al culto dello storico edificio a cui i cittadini si sentono particolarmente legati, perché considerato identitario. Nel mese di marzo 19, sono cominciati i lavori all’esterno della chiesa con fondi comunali destinati alla pubblica manutenzione. Alcuni cittadini, però,  avendo fatto rimostranze e segnalazioni di scorretta esecuzione dei lavori alla sovrintendenza, il 4 aprile 2019, e, precisamente,  sull’intervento più appariscente: il restauro non autorizzato del seicentesco portale. Da verifiche fatte, sono così emerse diverse irregolarità.  Infatti sono venuti alla luce alcuni illeciti, fra questi, la rampa   per disabili. A questo punto   sono  intervenuti i responsabili della soprintendenza  per un sopralluogo, avvenuto il  5 aprile 19 e diversi sopralluoghi da parte delle forze dell’ordine e anche da parte del nucleo per la tutela dei beni culturali. Ecco le opere volute e finanziate dall’amministrazione comunale e da parte dell’ufficio tecnico con fondi  di manutenzione pubblica: la demolizione della vecchia scalinata di ingresso e il rifacimento della stessa; la scritta – considerata da tanti –   blasfema, in basso rilievo,  su una delle alzate del penultimo gradino del sagrato: Amministrazione Laurino Michele dic. 2018;  l’intervento di scheggiatura – considerato abusivo e non dovuto,  sul seicentesco portale senza l’autorizzazione della sovrintendenza; la rampa di accesso per disabili, non autorizzata, quindi non a norma di sicurezza, perché compromettente  la vecchia struttura muraria portante;  il calpestio antistante la chiesa, realizzato in cemento armato.  Successivamente la sovrintendenza  e la curia diffidano il sindaco nel continuare i lavori di restauro e la curia impone al primo cittadino  di cancellare la scritta sul sagrato della chiesa considerata blasfema  e cambia le serrature dei portoni di ingresso alla chiesa. Ad oggi, è rimasto tutto sospeso e tutto tace, tranne polemiche sterili e inutili. I cittadini chiedono alle istituzioni tutte e  alla curia di fare il possibile, perché la chiesa riapra i battenti, sanando tutto ciò che c’è da sanare, secondo le norme vigenti,  senza rimpallo di responsabilità che – secondo i cittadini – non porterebbero da nessuna parte, anzi alimenterebbero solo sterili polemiche che, secondo quanto insegna la storia,  non risolvono i problemi, ove ve ne fossero, ma solamente li complicano e  li rinviano sine die.