Verso la trincea

Abbiamo abbandonato le nostre pecore sui monti

Affidandole ai nostri anziani genitori

Abbiamo lasciato i nostri figli

Che ci hanno salutato piangenti

Disperatamente aggrappati tra le nostre braccia

Mentre ci esortavano a non partire

Per una guerra di cui non conosciamo le ragioni

Abbiamo affidato i nostri fazzoletti di terra

Alle  giovani mogli,

Prima aggraziate, ora ricurve e dalle mani incallite,

Portando nel cuore la morte.

Rassegnati,

siamo in viaggio verso la trincea

Sul Carso….

Percorrendo stretti sentieri

Tra pendii scoscesi, talvolta inaccessibili,

Qui, logori ci arrampichiamo come formiche

Costretti al sacrificio estremo.

Ma, pur sapendo di morire,

Ci consoli esile la speranza di conservare una patria

Ai figli  che abbiamo affidato

Alle cure delle nostre eroiche donne.

Ecco la trincea:

fango e paura!….

Paura e fango!……

Dormiremo nel fango

Per guanciale  una pietra

Che ci contenderemo

Nella notte, stanchi,

Mentre la pioggia ci scorrerà sulla divisa.

Calpesteremo il fango e in esso i cadaveri

Già putrefatti.

Poggeremo il nostro corpo sul fango

Mentre punteremo il nemico.

mangeremo nel fango

in una gamella semivuota.

Sogneremo il fango….

Abbrutiti dalla guerra

Il nostro corpo diventerà fango

Insieme al fango

E finché morte non arriva

Per mano nemica

Lentamente ci consumeranno i pidocchi.

 

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