Sant’Angelo le Fratte 2 Maggio 2016
SANT’ANGELO LE FR. – 450.000 il primo lotto e circa 350.000 euro il secondo, per un ammontare complessivo di 800000 euro, dai fondi della legge n. 323, sono stati impegnati per il recupero – ma forse sarebbe il caso di dire ricostruzione – di una struttura con vincoli della soprintendenza, in parte pubblica e in parte privata confinante col giardino Galasso, il comune e via Regina Margherita. Il primo lotto avrebbe generiche finalità come Centro Diurno Intergenerazionale, il secondo recupero, poi si vedrà. La struttura privata era composta da abitazioni con muratura di particolare pregevolezza storica, oggi acquisita al demanio comunale. Queste facciate in pietra, all’indomani del terremoto 80, furono puntellate per evitare che cadessero del tutto e successivamente, per incolumità pubblica, il percorso in Via Regina Margherita, per alcuni anni, è stato protetto da un tunnel in legno onde evitare cadute pericolose di materiali e causare possibili incidenti, proprio perché davano su via pubblica. Di recente, ma i lavori sono ancora in corso, l’amministrazione comunale ha candidato le strutture private ed un’altra pubblica attigua, ai fondi della legge di cui sopra. Si sa che recupero non vuol dire abbattimento e ricostruzione dell’immobile, anche volendo imitare perfettamente il preesistente, perché è convinzione comune che ciò non sarebbe conforme allo spirito della legge. Questa, infatti, prevede solo di conservare l’esistente e renderlo sicuro e fruibile, purché la struttura sia integra almeno per i due terzi. E’ proprio il nostro caso. Eppure è avvenuto in Via regina Margherita che facciate di case private sono state in buona parte abbattute e ricostruite, cercando, poi, di imitare, nel ricostruirle, il preesistente. Alcuni cittadini, tra cui Ruben Fabio Spera, hanno tentato di vederci chiaro nella faccenda e si sono rivolti, con richiesta scritta, alla Soprintendenza Belle Arti, e al Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo della Basilicata, nonché al comune “per avere chiarimenti, secondo lo spirito della legge 241/90 – cosi si dice nella richiesta – in merito alla demolizione del fabbricato” che si affaccia su via Regina Margherita, considerato come bene storico di pregevole valore. I cittadini non solo non hanno avuto accesso alle carte ma neanche a nessuna forma di chiarimenti. Allora questi si domandano: se tali strutture dovevano essere abbattute, perché investire soldi per il puntellamento e successivamente per la costruzione del sottopasso in legno?. In altre parole si sarebbe potuto passare direttamente all’abbattimento, evitando sprechi ulteriori di risorse pubbliche. Altra domanda: quale sarà la destinazione d’uso, in avvenire di questi immobili – diciamolo – in buona parte ricostruiti? A questa domanda l’amministratore Ostuni ha dato risposte evasive, dicendo che qui “vi saranno aperti degli uffici”, senza specificarne né l’utilità pubblica, né la natura. Come dire, ora si ricostruisce, perché ci sono le provvidenze; domani si vedrà.
L’articolo è stato pubblicato su il Quotidiano del Sud il giorno 10 Maggio 2016